Usiglian del Vescovo si trova a Palaia, nel cuore della DOC Pisa, a circa 35 km dalla costa, una zona che beneficia di un ambiente particolarmente vocato alla viticoltura, come testimonia la sua storia, lunga mille anni.
Usiglian del Vescovo si estende per 160 ettari, dei quali 23 vitati e 15 ettari di oliveta. Nei vigneti si coltivano: Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon, Syrah, Petit Verdot, Chardonnay e Viognier.
La vicinanza alla costa toscana garantisce un’alternanza delle brezze e mitiga il clima rendendolo ideale per la maturazione della vite. La ventilazione costante garantisce uve asciutte e sane e le estati calde sono mitigate dalle escursioni termiche notturne. Il suolo di origine pliocenica, che deriva da un antico fondale marino, è ricco di fossili e possiede ottime capacità drenanti.
Il terreno rappresenta uno dei punti di forza dell’azienda. La sabbia è presente in percentuali altissime ed è notevole la presenza di fossili marini.
Questo tipo di terroir, favorisce il drenaggio, e la porosità dei fossili trattiene l’acqua, assicurando nei periodi siccitosi un apporto idrico sufficiente, che la vite assorbe compiendo uno sforzo rilevante. A livello gustativo, i vini prodotti su questo tipo di suolo, possiedono una piacevole e spiccata nota minerale.
I vigneti sono disposti lungo un costone a circa 250 metri s.l.m e posseggono differenti esposizioni, che determinano un’eterogeneità nel comportamento della vite. L’uva viene quindi raccolta in diverse fasi, assecondando e rispettando i tempi di ciascun vigneto. Anche la vinificazione avviene separatamente.
Ogni vigneto apporta una sfumatura diversa e una caleidoscopica gamma di sensazioni, che ben si apprezzano.
La conduzione biologica del vigneto, e la grande vocazione di questo territorio alla viticoltura, hanno consentito di lavorare un terreno estremamente vitale, ricco di presenza organica e in grado esso stesso di partecipare attivamente alla salute del vigneto e all’ampiezza gustativa del vino prodotto.
Il lavoro che determinerà il prodotto finale è già stato svolto in vigna. In cantina tutti gli sforzi sono volti a non alterare in nessun modo ciò che si è ottenuto e mantenere o esaltare il grande carattere conferito dal terroir.
Le uve sono tutte raccolte a mano e selezionate acino per acino. Questi passaggi sono faticosi ma fondamentali, per garantire la qualità dei vini.
L’AFFINAMENTO
L’affinamento è effettuato scegliendo la metodica più adatta a valorizzare le attitudini del vitigno allevato nello specifico vigneto (cemento, acciaio, legno e coccio pesto).
La tradizione si integra con avanzate tecniche enologiche, volte sempre a preservare e non alterare il prodotto finale, cosicché ogni etichetta prodotta rappresenti una spontanea modalità espressiva e sveli le poliedriche sfumature di un territorio complesso.
Al centro della Tenuta si colloca la villa di Usigliano, residenza padronale alla quale faceva riferimento anticamente l’insieme dei poderi e dei castelli disseminati nella proprietà e dai quali traggono il loro nome i vigneti, come il vigneto “Mia”, “Valle del Citto” e “La cipressa”.
Usiglian del Vescovo, prima dell’avvento del cristianesimo, era considerato un luogo sacro, dedicato al Dio Giano, una divinità agreste con due facce in unica immagine: simbolo di morte e rinascita, la rappresentazione dei cicli naturali in cui convivono inizio e fine.
«Giano, è colui che plasma e governa ogni cosa e unì, circondandole con il cielo, l’essenza dell’acqua e della terra, pesante e tendente a scendere in basso, e quella del fuoco e dell’aria, leggera e tendente a sfuggire verso l’alto, e che fu l’immane forza del cielo a tenere legate le due forze contrastanti» si legge nel libro sugli Auspici.
Se si crede che esistano luoghi che conservano memoria di quell’energia che in passato era considerata sacra, questo posto ne è incontestabilmente custode.
Il passaggio dei secoli tratteggia la storia di quest’azienda. Nel 1078 Matilde di Canossa donò ai Vescovi di Lucca la tenuta di Usiglian di Palaia, proprio per questo, successivamente denominata Usiglian del Vescovo.
Nel 1083, si ebbe la prima vendemmia, grazie al Vescovo di Lucca, che volle piantare i primi vigneti al fine di produrre vino per officiare la messa.
Non è un caso che nella produzione aziendale esistano due vini (Milleesettantotto Costa Toscana IGT e Milleeottantatré IGT Toscana Rosso) commemorativi di questi due importanti passaggi storici.
Il tempo la vide contesa tra la Repubblica Pisana e quella di Firenze, e fu proprio sotto il dominio di quest’ultima che dal 1509, Usiglian del Vescovo poté godere di tre secoli di pace. Acquisita la stabilità economica e politica, rinvigorì un rinato interesse verso l’arte, e il gusto per una vita agreste, in contemplazione della natura.
Usiglian del Vescovo ha mantenuto la sua naturale vocazione alla viticoltura e alla produzione agricola anno dopo anno.
Nel 2001 con la nuova proprietà una brezza di rinnovamento ha portato progetti e nuova linfa vitale. Il connubio tra natura incontaminata, memoria storica e moderne tecniche fornite dalla ricerca scientifica in campo agronomico, hanno consentito di orientarsi verso un’agricoltura di tipo sostenibile che tuteli il territorio e sia in grado di puntare ad un prodotto di alta qualità, che abbia impresso tutto il carattere e l’energia del luogo in cui nasce.
Scarica la brochure di Usiglian del Vescono (PDF dim. 7,8 MB)
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